Questo sito utilizza cookies tecnici propri e cookies di profilazione di terze parti. Continuando la navigazione accetti.    MAGGIORI INFORMAZIONI

 

Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Figlioletti contesi: non c’erano abusi, tornati col padre

Due bambini sono a Torino le vittime di un palleggiamento di carte fra tribunali e Procure ordinari e dei minori: l’impressionante caso di malagiustizia ha fatto registrare anche la sorprendente richiesta di archiviazione di un procedimento per abusi, contro la quale si oppone con coraggio la madre, Mariangela Deluca, 38 anni. Alla donna frattanto, come per beffa, sono stati sottratti i figlioletti, affidati a varie case famiglia.

 

Gli indagati sono padre e nonno dei minori. L’archiviazione era stata chiesta a luglio dal pubblico ministero Fabiola D’Errico, sull’assunto che i racconti dei due bambini fossero frutto di suggestione e induzione. Le indagini, secondo il difensore della madre, l’avv. Claudio Salvagni, sarebbero state invece lacunose e incomplete, superficiali e prive di logica investigativa; e non sarebbero state prese nella dovuta considerazione alcune relazioni, che, nonostante la loro importanza, mancano nel fascicolo. La questione sarà discussa mercoledì 16 novembre dal giudice per le indagini preliminari Giacomo Marson, che dovrà decidere se archiviare o rinviare a giudizio.

Il procedimento penale è un anello di una triste vicenda che è finita ingarbugliata in vari meccanismi giudiziari, un sistema farraginoso e atroce che in quattordici mesi ha permesso a Mariangela Deluca di vedere i suoi figli solo per trentanove ore. La donna aveva inizialmente denunciato maltrattamenti dei bambini da parte del padre, al quale erano affidati in condivisione dal mese di agosto dell’anno scorso. Il procedimento, per il quale è ancora pendente un ricorso in Cassazione, era finito insabbiato: all’archivio, senza alcun avviso alla querelante, che pure aveva chiesto di essere avvertita, come prevede la legge. Ma sorprendentemente la magistratura torinese ha affidato d’urgenza i bambini a una casa famiglia, sottraendoli non solo al padre e al nonno violenti ma anche alla madre. Un errore, una leggerezza? Su questa specifica questione è pendente in tribunale un ricorso d’urgenza degli avvocati Matteo La Sala e Claudio Salvagni.

Da allora, per vari motivi, i due minori si sono trovati in tre diverse case famiglia. In tali circostanze hanno rivelato alla “madre affidataria”, che ha provveduto alle dovute segnalazioni, poi ripetutamente confermate alla polizia, di avere subito precedentemente violenza e abusi sessuali da parte del padre e del nonno, mentre si trovavano nella loro casa, e di essere stati anche filmati. I racconti sono stati puntualmente ripetuti dai bambini nel corso delle attività disposte dall’autorità giudiziaria, con precisa e concordante ricostruzione dei gravi fatti accaduti; e varie relazioni di servizi sociali hanno evidenziato come tali fatti siano stati profondamente traumatici per le innocenti vittime.

La battaglia dei difensori muove non solo da un obbligo giuridico ma soprattutto dal dovere morale di protezione di due bambini in tenerissima età, che al momento sembra curiosamente violato.

Salvo Bella

 “Non stiamo parlando di patate, mi ridiano i miei figli”

“Non sono riuscita a capire perché è successo tutto quello che è successo”: così Mariangela Deluca commenta la drammatica vicenda dei due figlioletti che la giustizia le ha negato.

“I miei figlioletti – dice - hanno cambiato tre case famiglia e tre asili. Non penso di essere una cattiva madre perché mi sono rivolta ad assistenti sociali, carabinieri e magistrati. Con tutto ciò che ho fatto volevo chiedere aiuto per i bambini, perché venissero difesi; non immaginavo perciò di essere trattata male. Possibile che una madre domanda giustizia e rischia di essere passata addirittura quasi per pazza?”.

Ma lei ha mosso accuse pesanti a padre e nonno dei bambini.

“Gli abusi sono stati scoperti dalla signora della casa famiglia alla quale i bambini erano affidati. Loro hanno fatto giustamente le segnalazioni. Io mi sono sentita come una belva: chi è quella madre che per una cosa del genere possa restare serena? Pur di riavere i miei figli, mi spezzerei le gambe”.

Con gli insabbiamenti che ci sono stati, ancora si fida della giustizia?

“Penso che le pratiche debbano essere guardate bene, perché non stiamo parlando di patate. Certo che mi fido dei giudici: io chiedo solo che difendano i miei bambini e che me li ridiano”.

Alexa Roscioli