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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Ospedale Legnano“Se non c’è un genitore non accettiamo il ragazzo”: al pronto soccorso una infermiera ha chiamato ieri a Legnano la polizia perché un ragazzo ferito era stato accompagnato dai nonni senza una delega scritta del padre o della madre. In passato il primario pediatra dell’ospedale, poi arrestato e morto suicida, abusava delle piccole pazienti ma il personale era così preso dal lavoro da non accorgersene; ora siamo di fronte allo zelo estremo di chi si avventura invece in questioni dottrinarie, venendo meno all’obbligo indiscutibile di effettuare una visita.

Edoardo F. C., dieci anni, si è presentato alle 22 accompagnato dalla nonna materna, zoppicante per un trauma con ferita riportato accidentalmente a un piede. Al triage l’infermiera richiedeva i documenti di entrambi e dopo averli ottenuti obiettava che senza la presenza di un genitore o sua delega non avrebbe potuto ammettere il ragazzo. Ne è derivata al banco una lunga discussione, con la nonna a spiegare che il nipotino le era stato affidato temporaneamente dalla madre, in quel momento oltreoceano per motivi professionali.

Dopo una decina di minuti è sopraggiunto un uomo, che frattanto era stato intento a trovare uno spazio per parcheggiare l’auto, quella stessa con la quale aveva accompagnato il ragazzo. Indicato poi come “il signore con la barba lunga”, ha fatto capire di essere il nonno; ma nessuno sapeva che invece di un poveretto ignorante era il giornalista Salvo Bella, nostro direttore. Ecco il suo racconto.

 

“Appena entrato nella sala ho visto mia moglie in piedi davanti al banco accettazione, dietro il quale sedeva una giovane dal volto strambo che elucubrava sciorinando presunte regole e ripeteva che mio nipote poteva andarsene, suscitando il pianto del ragazzo. Ho fatto presente di essere il nonno, che avevo esercitato il mio obbligo di soccorso e mi dicesse perciò se ammetteva il ragazzo o rifiutava. Ho dovuto ripetere ad alta voce la domanda al centro della sala, non ottenendo risposta. A quel punto l’infermiera ha chiesto per telefono l’intervento della polizia dicendo che avevano bisogno di aiuto e s’è quindi allontanata, ritornando alle 22,23, quando ha iscritto finalmente il ragazzo in attesa col numero 520”.

Visitato in presenza della polizia.Poco dopo al giornalista si sono avvicinati due agenti in uniforme, che gli hanno chiesto documenti e l’hanno invitato fuori. “Esilarante – dice Salvo Bella – giacché non avevano alcunché da contestarmi e soprattutto perché non ho capito per quali motivi volessero portarmi al buio. Ma tant’è. Il ragazzo è stato poi chiamato alle 22,54, visitato e medicato mentre infermiera, medico e anche altre due persone continuavano a dirmi che il minore non accompagnato da un genitore non può essere visitato. Se non si poteva, perché allora veniva visitato e medicato? Il medico ha fatto il suo dovere o commesso un abuso? Le altre due persone erano gli agenti di polizia: una presenza in quel contesto inammissibile, non giustificata, irrituale e illegittima, in violazione dei diritti di riservatezza del paziente; probabilmente motivata dall’esigenza del personale di pararsi a vicenda i culi, per dare atto al verbale 743520 che la visita era stata effettuata appunto alla presenza della polizia. Credo che non esista altro referto nel quale un medico abbia mai sprecato tempo a scrivere chi abbia assistito a una visita”.

Innumerevoli sentenze di Cassazione stabiliscono il principio che un infermiere di pronto soccorso, quale incaricato di pubblico servizio, commette il reato di rifiuto di atti d’ufficio se viola il diritto del paziente di essere visitato, chiunque egli sia e indipendentemente dall’età. La richiesta preventiva di consenso dei genitori del minorenne è illegittima; esso può o deve essere richiesto solamente dopo che il medico abbia ravvisato l’esigenza di procedere ad accertamenti, terapie o interventi di particolare rilievo, non anche a una semplice medicazione voluta dallo stesso paziente.

Tutto è bene ciò che finisce bene. “Ma – commenta Salvo Bella – è vomitevole l'idea di poter trattare a un pronto soccorso un accompagnatore e il nipotino come delinquenti e auspico che il ministro Giulia Grillo compia accertamenti. Perché l’ospedale non mandava questa infermiera zelantissima al reparto di pediatria? Forse avrebbe scoperto anni fa che il primario abusava delle bambine. E se notate per strada un ferito chiedetegli un atto notarile prima di portarlo al pronto soccorso di Legnano”.