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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Il bosco dove sono morti Viviana e Gioele.“Ma che fanno questi nel piazzale, come cercano il bambino?”: non aveva torto Daniele Mondello a lamentarsi, al punto da doversi dedicare personalmente alle ricerche del suo Gioele nei boschi di Caronia, dove il 3 agosto era sparito in braccio alla mamma Viviana subito dopo un incidente sull’autostrada Messina-Palermo. Tutti hanno fallito, ma non un carabiniere in congedo accorso lì stamani all’alba da volontario: gli sono bastate poche ore tra i fitti cespugli per scoprire finalmente i poveri resti del bambino, poco distante dal traliccio accanto al quale era stato trovato una decina di giorni fa il cadavere della madre.

Prefetto di Messina e procuratore di Patti avevano assicurato che la zona interessata nei boschi dei Nebrodi era stata ispezionata e soprattutto che era stata passata come al setaccio l’area attorno a quel maledetto traliccio. Oggi è evidente, però, che nessuno, negligentemente, aveva indirizzato lì i cani specializzati fatti giungere con gli agenti da Palermo e anche da Malpensa, i più sensibili e addestrati che si conoscano per fiutare tracce di sangue e di cadaveri anche sepolti metri sotto terra.

 

Senza fiuto umano, tecnica tardiva e male utilizzata

Squadre specializzate, strumenti sofisticati e droni sono purtroppo serviti solo per riempire le scene di telecamere, come spesso accade quando la tecnica interviene tardi ed è male utilizzata perché difetta il fiuto umano.

Da giorni aumentavano le apprensioni, alimentate dalla mancanza di risultati e dal proliferare di congetture svariate prive di senso e fondamento, capaci solo di sviare dall’atroce verità: gli apparati dello Stato avevano, stavolta, miseramente fallito. Situazioni di tal fatta sono ricorrenti perché la legge erroneamente affida la responsabilità delle ricerche ai prefetti, cioè a funzionari governativi più adusi a occuparsi di altre materie e a stare imbellettati nei loro scanni, senza capire un’acca delle modalitèà di ricerca di persone scomparse o addirittura, come in questo caso, di aree boschive e impervie, familiari ad agenti e carabinieri forestali, ad esercito.

Cadaveri dilaniati da belve feroci inesistenti per la Forestale

Ma anche i forestali non sono stati all’altezza di scandagliare fra i cespugli e hanno pure negato che nell’area fossero liberi animali selvatici capaci di assalire delle persone, contrariamente a ciò che con tutta evidenza è risultato dalle condizioni dei cadaveri dilaniati da morsi. Gli esperti, dunque, sono stati mortificati dal fiuto e dall’abnegazione di un ex carabiniere.

Non sappiamo cosa avremmo potuto raccontare di diverso se Viviana e Gioele fossero stati rintracciati a poche ore dalla sparizione. Vivi, morti? Certamente non ci saremmo trovati davanti a uno scempio.

Oggi allarghiamo le braccia, per quanto accaduto e per quant’altro accadrà: mesi di analisi e accertamenti di vario genere che - indipendentemente dai costi - potranno portare a ben poco se non a nulla. La verità sembra quella di una tragica disgrazia e di morti orrende; ma si andrà a concludere salomonicamente che Viviana ha ucciso il bambino e s’è tolta la vita lanciandosi da un traliccio?