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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Ezio DentiEzio Denti fasullo, imbroglione, mendace persino in un’aula di giustizia nella quale si celebrava il processo contro Massimo Bossetti per l’assassinio di Yara Gambirasio: insomma, una nuova bomba. Falso ingegnere, falso criminologo, indagini di una prefettura su segnalazione del pm che accusa Bossetti: una puerile montatura contro un professionista colpevole solo di non essere asservito a chi a Bergamo pretende di comandare indisturbato e dettare senza ostacoli "verità" costuite in laboratorio. Ma non c’è da meravigliarsi: basta puntare il dito contro qualcosa di storto che c’è stata nelle indagini per scatenarsi addosso i massimi sistemi.

Suscita molti dubbi il fatto che a Bergamo, nella provincia lombarda dove è stata uccisa Yara, si enfatizzino peli, come in questo caso di Ezio Denti, in un contesto diffusamente marcio nel quale magistrati andavano a mangiare con trafficanti internazionali, ‘ndranghetisti e mafiosi senza che alcuno si accorgesse di nulla. Parliamo di un calderone sporco nel quale sono finite persone assassinate e anche morte da suicida in modo misterioso, qualcuna che poteva sapere più di quanto finora non si sa sulla morte orrenda della ragazza di Brembate di Sopra.

Tra i casi di carte fasulle che hanno allontanato dalla verità ci sono, com'è noto, anche quelli successivi alla scoperta del cadavere della ragazza a tre mesi dalla sera della sparizione, già in parte raccontati in precedenti articoli di questa serie “Caso Yara: carte fasulle e bavagli di Stato”. Essi attengono in particolar modo a inconsulte reazioni seguite alla pubblicazione del mio libro “Yara, orrori e depistaggi” e agli atti falsi imbastiti dal dirigente del commissariato di polizia di Legnano dott. Francesco Anelli: il funzionario, infatti, ha affermato che le minacce pervenutemi per il libro, anche con l’invio di un proiettile, non costituivano per me un pericolo, in quanto causate da un mio comportamento professionale deontologicamente scorretto avendo intascato ventimila euro di una sorta di “taglia” destinata alle indagini per scoprire gli assassini. Chi gli aveva fornito le informazioni alla base di quelle affermazioni totalmente inventate e gravi?

Questo articolo avrebbe dovuto ancor più documentare come lo Stato ha poi miserabilmente giustificato tale falso. Ma l’occasione è adesso solo rinviata, per dare posto urgentemente a questa notizia da voltastomaco riguardante Ezio Denti, un investigatore serio e preparatissimo che era stato già attaccato in aula durante il processo a Bossetti ed è entrato pure manifestamente nel mirino per essersi permesso di sbugiardare soloni che avevano diffuso “prove” fasulle allo scopo di coartare l’opinione pubblica e forse anche i giudici. Abbiamo da attenderci altri bavagli di Stato.