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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Massimo BossettiIl giornalista Tommaso Accomanno è finito al centro di un’ondata di intimidazioni per il suo libro “Social crime. Yara Gambirasio e Massimo Bossetti nei gruppi di Facebook”. A pochi giorni dalla pubblicazione, sedicenti innocentisti stanno attaccando l’autore, esercitando pressioni in pubblico e in privato anche per ritirare il libro e modificarne i contenuti. “Sono sereno - commenta Accomanno -  perché ho compiuto uno studio e offerto la più ampia e corretta informazione”.

Il libro - che sarà presentato sabato alle 17 all’Auditorium di Treviglio in provincia di Bergamo - è, con alcuni aggiornamenti, la tesi di laurea discussa dall’autore all’Università La Sapienza di Roma e consiste in uno studio accurato sull’evoluzione di metodi e mezzi dell’informazione in Italia, vista attraverso il caso Gambirasio-Bossetti. Riporta anche fedelmente ampie dichiarazioni raccolte da Accomanno attraverso interviste concessegli da amministratori di gruppi innocentisti e colpevolisti nei quali si era iscritto alla luce del sole con questo scopo dichiarato.

Tommaso Accomanno "Social crime"Alla casa editrice Gruppo Edicom si dicono “stupìti di alcune affermazioni diffamatorie e intimidatrici per il libro di Tommaso Accomanno”. In un post è stato scritto che il libro avrebbe “lo scopo di lucrare su una tragedia in corso”. In una nota l’editore replica: “Non meritano alcuna considerazione questi insulti di persone che non hanno nemmeno letto il libro e non sanno di che parlano, altrimenti non potrebbero che esprimere grande apprezzamento per il lavoro sereno di documentazione che abbiamo offerto. Alcune delle 200 pagine, in gran parte analitiche e statistiche, sono dedicate a minacce e insulti rivolti a magistrati da sedicenti innocentisti, fatti per i quali sono in corso tuttora procedimenti penali per minacce a corpi giudiziari; per questo gli interessati dicono no al libro, adducendo pretestuosamente che le interviste non andassero pubblicate. Respingiamo ogni tentativo di mettere il bavaglio e tuteleremo in ogni sede giudiziaria il diritto all’informazione”.

Non è la prima volta che un libro sul caso criminale di Brembate suscita aspre polemiche. Un altro giornalista, Salvo Bella, continua a essere minacciato per il suo libro “Yara, orrori e depistaggi”, pubblicato dallo stesso editore nel febbraio 2014, alcuni mesi prima dell’arresto di Massimo Bossetti.