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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Alessandra VellaUn magistrato indagato a Caltanissetta per falso ha firmato ad Agrigento la perla che considera arbitrario l’arresto di Carola effettuato a Lampedusa dalla guardia di finanza. Non ci voleva proprio questa sconcertante vicenda, che si aggiunge alle turbolenze e agli scandali della giustizia. Non è la sconfitta di Matteo Salvini, ma un altro obbrobrioso episodio di politica nelle aule giudiziarie, dove all’applicazione delle leggi si possono sovrapporre interpretazioni che lasciano allibiti i cittadini di buon senso, abituati ad assistere spesso ad accanimenti scellerati verso poveri disgraziati e a distrazioni strane verso criminali.

La questione non è fra la libertà a una ragazzetta tedesca che ancora non è stata condannata e l’opportunità di rinchiuderla invece in carcere per motivi cautelari. A sconcertare è l’audacia con la quale un magistrato ha potuto ritenere che una persona, per di più straniera in territorio italiano, possa violare le nostre leggi per un discutibilissimo “stato di necessità”; ipotesi che al massimo avrebbe potuto consentire di oltrepassare un incrocio con semaforo rosso ma non anche di forzare blocchi e infischiarsene ai ripetuti ordini di fermarsi.

 

Se il giudice avesse ragione saremmo dinanzi al paradosso che chi sta portando un ferito a un posto di pronto soccorso possa essere legittimato non solo alla precedenza ma addirittura a travolgere chiunque incontri per la strada, senza risponderne.

Dottrina di tal genere, strana e pericolosa, non s’era mai sentita in Italia: offende la dedizione e l’onestà di tutori dell’ordine che ogni giorno rischiano per garantirci ordine e sicurezza.

La gip Alessandra Vella, che ha graziato la comandante della Sea Watch 3, è una persona dal volto carino e, a seconda dei gusti, forse anche avvenente. A questo possibile complimento, però, va aggiunta una forte perplessità sul suo ruolo nonché sul potere e sull’attendibilità di giudizio. Questo infatti - nessuno ne dubiterebbe - è libero, attiene alla convinzione oltre che all’aderenza ai riscontri obiettivi. Ciò che non si capisce, però, è che questo magistrato può continuare a disporre della libertà delle persone anche mentre è coinvolto in una pagina oscura di presunta malagiustizia.

La vicenda pregressa, ma ancora attuale, scaturisce da una querela dell’avv. Giuseppe Arnone (attualmente detenuto per altri motivi), che ha accusato il procuratore aggiunto Salvatore Vella, il Gip Alessandra Vella e la cancelliera Daniela Canino della presunta compilazione di un verbale dal contenuto non rispondente al vero. La Gip, detta in breve, avrà solo fatto correttamente il suo lavoro e va ritenuta innocente fino a sentenza contraria, ma non va taciuto che è indagata a Caltanissetta, dove un altro giudice ha respinto ben due volte la richiesta di archiviazione.

Nella Valle dei Templi trovano alimento vivaci contrappoosizioni che non risparmiano, a torto o ragione, il palazzo di giustizia, gettandovi ombre. Ragioni di opportunità avrebbero consigliato che a decidere della libertà di Carola fosse un altro giudice.