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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

Claudio SalvagniBRESCIA - Accertamenti su un dna da ripetere o processo direttamente a sentenza, Massimo Bossetti da mandare assolto o da lasciare all’ergastolo sulla base di un solo indizio grave ma controverso? Da domani a Brescia si entra nel vivo di uno dei più discussi casi giudiziari degli ultimi cinquant’anni, col processo d’appello per la morte di Yara Gambirasio; ma nessuno può rispondere ancora a quei drammatici interrogativi.

Bossetti, come ha annunciato, vuole essere in aula accanto ai suoi avvocati. Non ha nulla da temere: non conosceva Yara, non l’ha mai incontrata, non l’ha uccisa, non ha mai fatto male a nessuno. Ai giudici rivolge solo una supplica: ripetano gli accertamenti, perché le tracce di dna rilevate sugli slip della ragazza non sono state lasciate da lui.

Le modalità strane di svolgimento delle indagini, numerosi depistaggi, la spettacolarizzazione dell’arresto con ripresa televisiva dopo che era stata spesa dall’accusa una caterva di denaro, e persino interessi politici, fanno ritenere che Bossetti è innocente.

 

Domani potrebbero essere offerti elementi dei quali la Corte si troverebbe a valutare la novità e sono circolate indiscrezioni di documentari e di una nuova consulenza, colpi di scena che possono suggestionare l’opinione pubblica ma non i giudici, i quali, infatti, sono soggetti alla legge e nell’amministrarla devono soppesare le richieste delle parti in base alle procedure.

Sono in ballo questioni non da poco. La ripetizione della perizia sul dna (alla quale si oppone l’accusa) può essere ordinata oppure no, a seconda che i giudici ritengano oppure no completa la prova raggiunta in primo grado. I processi d’appello si limitano per regola alla valutazione della sentenza già pronunciata; non ci sono sfilate di testimoni a carico o a discolpa né di periti e consulenti. La cosiddetta rinnovazione dell’istruzione dibattimentale è ritenuta perciò eccezionale, ma può essere d’altro canto un dovere perché non sia impedito l’accertamento della verità. In ogni caso, c’è il potere di scelta discrezionale da parte del collegio giudicante.

Domani, pertanto, si apriranno alcune possibili strade: 1) la Corte potrebbe respingere le richieste della difesa e far proseguire il processo; 2) potrebbe accogliere con ordinanza una o più richieste rinnovando il dibattimento; 3) potrebbe rinviare alla seconda udienza, riservandosi di pronunciarsi sulle richieste. Questa terza ipotesi è al momento la più probabile.

Della Corte fanno parte, oltre a cinque giudici popolari, due alti magistrati di indiscussa professionalità e grande esperienza; uno è il presidente. Questa potrà essere la fortuna di Bossetti, nel senso che un collegio siffatto non farà sconti, né all’accusa né alla difesa, e giudicherà con imparzialità.