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Gruppo Edicom

 

direttore Salvo Bella         
       
 

chiara poggiA nove anni dall’uccisione di Chiara Poggi spunta un terzo nome sull’omicidio di Garlasco, rivelatoci da un lettore della rivista “Il Delitto”: è di una persona che la mattina del 13 agosto 2007 fu vista davanti casa Poggi con la bici nera da donna sulla quale s’era a lungo indagato; e non si tratta di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara condannato definitivamente a 16 anni di reclusione, e nemmeno di Andrea Sempio, attualmente indagato perché tracce del suo dna sarebbero state recentemente rilevate sotto le unghie della giovane assassinata, ma di una donna bionda.

 

Silenzio per paura di ambienti molto influenti

Molte persone erano a conoscenza, per vari motivi, che esisteva un testimone importante dell’omicidio, ma tutte si sono astenute dal segnalarlo. Subito dopo l’uccisione di Chiara Poggi s’era diffuso infatti a Garlasco un clima di sfiducia e di paura, perché circolavano notizie di sospetti su persone di ambienti molto influenti, allora contattate dal maresciallo che all’epoca comandava la stazione dei carabinieri e svolgeva le indagini, poi condannato, a distanza di anni, per falsa testimonianza: non tutto è ancora chiaro sui contrasti che c’erano in caserma per lo svolgimento delle indagini. Fioccavano anche querele contro persone che avevano diffuso indiscrezioni su un gruppo di Facebook creato per cercare la verità sul giallo. Chi sapeva, o credeva di avere una informazione importante, per evitare di esporsi passava le notizie ad altri, come in una catena di sant’Antonio nella quale sono entrati anche professionisti, che avrebbero a loro volta scelto di mettere tutto a tacere anziché di avvertire un magistrato.

Sono passati così anni prima che le fonti originarie dell’informazione, vista inutile la diffusione che avevano compiuto, hanno deciso di contattarci confidando che ne avvertissimo, come è avvenuto, gli inquirenti.

Attività convulse per impedire che trapelassero notizie

Secondo le “nuove” rivelazioni, l’omicidio di Chiara Poggi fu immediatamente seguito da convulse attività, con contatti fra varie persone onde garantirsi che non trapelassero notizie su rapporti fra diversi soggetti, sulle loro frequentazioni, sugli orari in cui erano stati visti in paese o rientrarvi o allontanarsene. Si parla anche di interventi autorevoli e telefonate per far sì che le notizie di stampa non contenessero taluni dettagli.

Si delinea uno scenario che a distanza di molti anni è difficile ma non impossibile ricostruire, tenuto conto che si ruota nella cerchia di persone la cui posizione fu analizzata nelle indagini, anche a lungo, nel 2007. Ma se non portassero a nulla quelle che potrebbero essere solamente chiavi di lettura, mai suffragate finora da riscontri, l’elemento cruciale resta quello della bicicletta nera da donna: se è vero che la mattina del delitto fu riconosciuta la persona che la inforcava davanti casa Poggi ci sarebbe una svolta clamorosa.

Il teste non addita né scagiona Stasi e il nuovo indagato

La vicenda è del tutto autonoma rispetto alla recente richiesta di riapertura del processo da parte dei difensori di Alberto Stasi, che com’è noto si protesta innocente ma è stato ritenuto in via definitiva l’assassino della fidanzata. Il testimone, peraltro, non menziona Stasi e il nuovo indagato Andrea Sempio: sarebbe addirittura una donna infatti, come detto, la persona vista con la bici nera, un nome che nel giallo non è mai, inspiegabilmente, saltato fuori; è del tutto escluso anche che fosse una delle due cugine di Chiara Poggi che dopo il delitto furono criticate per un commento su una foto. La persona che l’aveva notata, riconoscendola, avrebbe rivelato subito la circostanza, firmandogli persino una dichiarazione, ad alcuno che poi finì rapidamente bloccato mentre stava per darne notizia.

Sono indiscrezioni che, ovviamente, andranno valutate con cautela e attentamente verificate per capire sino in fondo se offrano un contributo per la conoscenza di una verità mai venuta interamente a galla. In una mano di Chiara, come si ricorderà, fu trovato un capello biondo di due centimetri, ma non è stato accertato a chi appartenesse; una sensitiva aveva inoltre raccontato ai carabinieri, alcuni mesi dopo l’omicidio, di avere avuto una terrificante visione, secondo la quale ad assassinare Chiara Poggi era stata proprio una giovane arrivata in bicicletta e allontanatasi quindi, sporca vistosamente di sangue, con un complice giunto in auto; la bici sarebbe stata prelevata successivamente.

Dopo i primi atti compiuti la settimana scorsa dai carabinieri, ai quali abbiamo reso una circostanziata deposizione, la vicenda è passata ora al vaglio della magistratura; né si ha notizia di ulteriori attività di indagine, probabilmente tardate, oltre che dalla coincidenza con le festività natalizie, dalle esigenze di esame di materiale facente parte della segnalazione. 

A nove anni dall’uccisione di Chiara Poggi spunta un terzo nome sull’omicidio di Garlasco, rivelatoci da un lettore della rivista “Il Delitto”: è di una persona che la mattina del 13 agosto 2007 fu vista davanti casa Poggi con la bici nera da donna sulla quale s’era a lungo indagato; e non si tratta di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara condannato definitivamente a 16 anni di reclusione, e nemmeno di Andrea Sempio, attualmente indagato perché tracce del suo dna sarebbero state rilevate sotto le unghie della giovane assassinata, ma di una donna bionda.

 

Silenzio per paura di ambienti molto influenti

 

Molte persone erano a conoscenza, per vari motivi, che esisteva un testimone importante dell’omicidio, ma tutte si sono astenute dal segnalarlo. Subito dopo l’uccisione di Chiara Poggi s’era diffuso infatti a Garlasco un clima di sfiducia e di paura, perché circolavano notizie di sospetti su persone di ambienti molto influenti, allora contattate dal maresciallo che all’epoca comandava la stazione dei carabinieri e svolgeva le indagini, poi condannato, a distanza di anni, per falsa testimonianza: non tutto è ancora chiaro sui contrasti che c’erano in caserma per lo svolgimento delle indagini. Fioccavano anche querele contro persone che avevano diffuso indiscrezioni su un gruppo di Facebook creato per cercare la verità sul giallo. Chi sapeva, o credeva di avere una informazione importante, per evitare di esporsi passava le notizie ad altri, come in una catena di sant’Antonio nella quale sono entrati anche professionisti, che hanno a loro volta scelto di mettere tutto a tacere anziché di avvertire un magistrato.

Sono passati così anni prima che le fonti originarie dell’informazione, vista inutile la diffusione che avevano compiuto, hanno deciso di contattarci confidando che ne avvertissimo, come è avvenuto, gli inquirenti.

 

Attività convulse per impedire che trapelassero notizie

 

Secondo le “nuove” rivelazioni, l’omicidio di Chiara Poggi fu immediatamente seguito da convulse attività, con contatti fra varie persone onde garantirsi che non trapelassero notizie su rapporti fra diversi soggetti, sulle loro frequentazioni, sugli orari in cui erano stati visti in paese o rientrarvi o allontanarsene. Si parla anche di interventi autorevoli e telefonate per far sì che le notizie di stampa non contenessero taluni dettagli.

Si delinea uno scenario che a distanza di molti anni è difficile ma non impossibile ricostruire, tenuto conto che si ruota nella cerchia di persone la cui posizione fu analizzata nelle indagini, anche a lungo, nel 2007. Ma se non portassero a nulla quelle che potrebbero essere solamente chiavi di lettura, mai suffragate finora da riscontri, l’elemento cruciale resta quello della bicicletta nera da donna: se è vero che la mattina del delitto fu riconosciuta la persona che la inforcava davanti casa Poggi ci sarebbe una svolta clamorosa.

 

Il teste non addita né scagiona Stasi e il nuovo indagato

 

La vicenda è del tutto autonoma rispetto alla recente richiesta di riapertura del processo da parte dei difensori di Alberto Stasi, che com’è noto si protesta innocente ma è stato ritenuto in via definitiva l’assassino della fidanzata. Il testimone, peraltro, non menziona Stasi e il nuovo indagato Andrea Sempio: sarebbe addirittura una donna infatti, come detto, la persona vista con la bici nera, un nome che nel giallo non è mai, inspiegabilmente, saltato fuori. La persona che l’aveva notata avrebbe rivelato subito la circostanza, firmandogli persino una dichiarazione, ad alcuno che poi finì rapidamente bloccato mentre stava per darne notizia.

Sono indiscrezioni che, ovviamente, andranno valutate con cautela e attentamente verificate per capire sino in fondo se offrano un contributo per la conoscenza di una verità mai venuta interamente a galla. In una mano di Chiara, come si ricorderà, fu trovato un capello biondo di due centimetri, ma non è stato accertato a chi appartenesse; una sensitiva aveva inoltre raccontato ai carabinieri, alcuni mesi dopo l’omicidio, di avere avuto una terrificante visione, secondo la quale ad assassinare Chiara Poggi era stata proprio una giovane arrivata in bicicletta e allontanatasi quindi, sporca vistosamente di sangue, con un complice giunto in auto; la bici sarebbe stata prelevata successivamente.

Dopo i primi atti compiuti la settimana scorsa dai carabinieri, la vicenda è passata ora al vaglio della magistratura; né si ha notizia di ulteriori attività di indagine, probabilmente tardate, oltre che dalla coincidenza con le festività natalizie, dalle esigenze di esame di materiale facente parte della segnalazione.