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direttore Salvo Bella         
       
 

geroglifici: motivazione illeggibile del pm

Si chiama Maria Saracino, è sostituto procuratore della repubblica al tribunale per i minorenni di Milano e non occorre sapere di più; se non che questa pm ha pensato di poter togliere definitivamente i figlioletti ai genitori scrivendo tre righe di geroglifici, incomprensibili per un comune mortale e rivelatori di frettolosità: una leggerezza che fa inorridire, perché il web è pieno di notizie riguardanti l’imminente morte della madre dei minori per cancro e pare che il Pm non ne sappia proprio nulla, pur disponendo di una rete amplissima di servizi sociali e di consulenti a spese della collettività.

 

La questione può sembrare di quelle scontate, di madri che giornalmente, spesso a torto, reclamano eccessi da parte dei magistrati e arrivano addirittura a lamentare l’illecita sottrazione dei figli. Ma il caso di Daniela Musso, siciliana trapiantata a Milano col marito e i figlioletti, non è uno di quelli di ordinarie disfunzioni, soprattutto nella metropoli lombarda, dove per fortuna si può comprendere e verificare, partendo da numerose segnalazioni contrarie, che la magistratura svolge il suo lavoro con rigore e anche con rispetto.

Sciopero della fame per riavere con sé i figlioletti

Non occorre entrare nel merito di una vicenda dolorosa di emigrazione da sud a nord alla ricerca disperata di un lavoro, in tempi difficili, con l’unico obiettivo di poter vivere onestamente. Il bisogno determina degrado e sofferenze e in tali circostanze è doveroso l’intervento del magistrato per tutelare i minorenni eventualmente coinvolti, con l’obiettivo di affievolirne ed eventualmente eliminarne i disagi.

Sopraggiunte poi per fortuna le condizioni economiche oggettive per il mantenimento dei figli, nel caso saranno stati presi in considerazione anche altri fattori riguardanti la capacità di assicurarne la crescita sana dal punto di vista educativo.

Il 30 aprile Daniela Musso, lamentando di poter vedere i propri bimbi raramente, per le limitazioni che le sono state imposte dal tribunale, ha scritto sul suo profilo Facebook: “Se hanno deciso di farmi morire prima che la mia malattia possa farmi spegnere, allora non saranno loro a decidere come farmi morire di crepacuore. Farò lo sciopero della fame. Almeno chiuderò i miei occhi sapendo che l’ho fatto solo per i miei figli”.

notificatore semianalfabetaA scatenare l’indignazione popolare è stato il fatto che un agente notificatore semianalfabeta della Polizia Locale di Milano (al punto da scrivere di pugno “Tribunale minorelli”) ha consegnato all’interessata un provvedimento col quale il presidente del tribunale per i minorenni Maria Carla Gatto l’avvisa di avere aperto un procedimento per l’adozione del figlioletto di 4 anni (e non anche di quello più grandicello), in accoglimento di una richiesta della Pm. Questa richiesta reca una motivazione manoscritta di difficilissima comprensione e tale forma oscura suscita dubbi gravi sull’effettivo esercizio del diritto-dovere di indagini senza caratteristiche di frettolosità e adeguata chiarezza per un comune mortale. Otto specialisti, anche grafologi, che abbiamo interpellato hanno dichiarato di aver cercato di “interpretare” quelle parole.

“Morirà di dolore, non di cancro: ennesimo femminicidio”

Sconcerta in più il fatto che Daniela Musso, come afferma, è malata terminale, fatto che non è stato tenuto in considerazione per la lacunosità delle indagini, che se compiute in modo serio avrebbero dovuto appurare.

Fra gli appelli sulla dolorosa e sconcertante vicenda va segnalato quello di Agnesina Beatrice Pozzi, medico e consulente in importanti processi penali: “Signor Giudice - ha scritto -  non ascolti le assistenti sociali, verifichi di persona prima di mettere in atto l'ennesimo femminicidio con le armi improprie che le hanno fornito! Questa donna morirà di dolore… non di cancro! Ridatele i figli, fatela sostenere dai servizi sociali e piuttosto indagate se forse non ci sia qualche losco traffico di minori in questi soprusi! Ecco come si tortura la povera gente, i più deboli, in questa Italia... ma che schifo è? A questa donna malata di cancro e col marito disoccupato hanno tolto i figli invece di aiutarla!”.